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Channel: da sopra un'amaca
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Primavera d'Italia

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È primavera. Non solo per il calendario. È primavera sul serio.
I ciliegi sono in fiore. I prati sono verdi di quel bel verdeUmbria che riempie ogni giorno i miei occhi. 
Il cielo è bello azzurro, nessuna nuvola all'orizzonte.

Presto tornerà a dondolare la mia amaca tra il noce e il melo, accanto agli ulivi, intanto mi consolo con una specie di sedia a dondolo di vimini presa quando un tipo da cui vado a tagliare il pratino ha detto che voleva buttarla. Ma siam pazzi? Se la butti è mia! Così l'ho portata a casa, un'altra cianfrusaglia inutile forse, ma intanto mi rilasso lì sopra, al sole. In questi giorni io e la mia sedia a dondolo di vimini stiamo leggendo un libro tutto ingiallito dal tempo, comprato non so da chi, non so quando. Il prezzo non si legge più, ma al massimo immagino che sarà costato qualche mila lire. Ci dobbiamo essere incontrati molto tempo fa, io e il libro ingiallito, lo testimoniano i miei scarabocchi sulle pagine, scarabocchi non fatti con la matita, no. Con una penna blu addirittura. In una pagina c'è disegnata una casa, almeno credo che sia una casa. 
Il libro ingiallito è un libro importante. Contiene le lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana. Ne ho lette la metà finora, scritte per la maggior parte da ragazzi, diciottenni che scrivono di essere calmi davanti alla morte, perché hanno la coscienza pulita e perché sono fieri di morire per la Patria, con la lettera maiuscola. Viva l'Italia, scrivono in molti. Mi è rimasto in mente un pensiero di un padre di famiglia che scrive che muore forte e orgoglioso perché col suo sacrificio ha contribuito a costruire i letti su cui dormiranno in futuro altri italiani. Noi.
Bella riconoscenza.
Mi chiedo se lo rifarebbero quei ragazzi se potessero vedere come siamo finiti, com'è oggi la loro Patria, come abbiamo sfatto e sporcato il letto che c'hanno preparato. Mi chiedo che fine abbiano fatto quelle idee e mi chiedo perché la Resistenza è ancora un elemento che divide anziché unire. Ancora c'è chi paragona la violenza dei partigiani a quella dei fascisti. Ancora c'è chi considera la Resistenza un fatto esclusivamente comunista, quando invece non è così. La Resistenza è stata di tutti, tranne che dei fascisti. La Resistenza è stata dei comunisti, ma anche dei socialisti, dei liberali, dei cattolici. La Resistenza dovrebbe essere un elemento di unità, di appartenenza profonda alla Patria. 
Mentre leggo quelle lettere, quelle rassicurazioni dei mariti alle mogli, quelle scuse che i figli rivolgono ai padri per non aver ascoltato i loro consigli ed essere andati via per un'Idea, mi vengono i brividi e mi sale una rabbia assurda. Sono morti in tanti per noi e noi diamo tutto questo per scontato. Diamo per scontato le nostre libertà sancite da quella Costituzione che senza il sangue dei partigiani non sarebbe mai nata. Diamo per scontato il fatto che, per quanto poco, possiamo fare qualcosa anche noi, andando a votare, per esempio. E se possiamo farlo è grazie a quei diciottenni che davanti al plotone d'esecuzione hanno gridato "Viva l'Italia". Sono dell'opinione che se ce ne freghiamo di tutto quello che accade intorno a noi, se alziamo le spalle convinti che tutti sono uguali, ladri nello stesso modo, allora è come se rendessimo vane le morti di quei ragazzi, che non c'hanno pensato due volte a mollare tutto per un'Idea di Patria destinata ad altri. Noi non lo faremmo. Noi non abbiamo più un'Idea per la quale saremmo disposti a dare anche la vita. Noi siamo italiani indegni degli autori di quelle lettere. 
Più leggo quegli addii scritti con un italiano stentato e più mi chiedo perché quei ragazzi che a malapena sapevano leggere e scrivere siano stati pronti a morire per l'Italia mentre oggi, che invece tutti studiamo fino a non so quanti anni, in molti casi ce ne freghiamo. Perché? 

Mi auguro tanto che questa bella primavera arrivata con ritardo illumini anche le menti dei politici. Mi auguro un bel governo nato sbocciando tra i fiori e un presidente della Repubblica che ricordi almeno un po' quel Sandro Pertini di cui ho tanto sentito parlare, ma che direttamente non ho mai conosciuto. Guardando lo speciale di Rai3 a lui dedicato stasera ho capito forse perché lui è ancora oggi il Presidente degli italiani. Chissà se ha combattuto anche a fianco di quei ragazzi che hanno scritto quelle lettere ingiallite. Se gli eventi fossero andati diversamente nel libro avrei potuto trovare anche una lettera di un giovane Sandro Pertini, partigiano socialista. Invece no. Per fortuna la sua idea di Patria non l'ha ucciso.
Viva la primavera e viva l'Italia. Gli italiani, anche no.

Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.
Piero Calamandrei

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