
rieccomi qui. Ho decine e decine di arretrati da leggere, ma mi metterò in pari, promesso.
Che cosa dire di queste giornate di fine marzo che sembravano un ritorno all'autunno? Le ho passate senza blog, senza twitter, sono stata davvero zero social. Le ho passate anche senza libri, perché avevo altri progetti da sbrigare, progetti da mettere in pratica con cartoncini, uncinetto e zucchero. Progetti culinari.
Fu così che passai il lunedì e il martedì con un uncinetto in mano fino all'una di notte. Fu così che mercoledì fui colpita da un mal di testa che mi fece stare sdraiata sul divano tutto il giorno, costringendomi anche a saltare una festa d'inaugurazione che invece era importante. Fu così che progettai tanti begli antipastini più o meno pasquali, tra cui una corona vista alla prova del cuoco.
Sabato avevo addirittura una tabella di marcia da seguire, io che sono un completo disastro in quanto a organizzazione. La mattina ho fatto la base del pinguino, ho aspettato che si freddasse, poi l'ho tagliata in tre parti e l'ho doppiamente farcita con nutella e panna. L'ho ricoperta tutta di panna e l'ho messo in frigo. Dopo pranzo ho impastato, fatto lievitare, colorato la pasta di zucchero, fatto una specie di purè. In cucina regnava un profumo davvero gustoso, principalmente molto formaggioso.
Dopo quei ciuffetti di purè e i soliti biscottini al parmigiano creati grazie a una ricetta della Silvia, l'impasto per fare una specie di pizzette a forma di coniglietto era lievitato, così mi sono messa all'opera. Con un cuore ho ritagliato la faccia, poi ci ho attaccato le orecchie, una pallina per fare il naso e due grani di pepe per gli occhi. Li ho infornati molto soddisfatta del lavoro svolto.
Mentre quei coniglietti crescevano in forno ho preso il galbanino per farcire quella corona pasquale della prova del cuoco. Ho tolto la cera e l'ho buttata. Quando ho sfornato i coniglietti ho appoggiato la teglia sulla spianatoia e lì dentro, in quella stessa teglia, ho costruito la corona con quell'impasto gustosissimo di uova, carciofi, galbanino e mortadella. L'ho infornata. Stavo riordinando la cucina quando ho iniziato a sentire qualcosa che somigliava a una puzza. Ma da dove poteva venire? Non riuscivo a capirlo. Dopo qualche secondo ho avuto la netta impressione che si trattasse di un odore di cera che si scioglie, ma non avevo idea di come potesse essere possibile. Dopo ancora qualche secondo ho visto una quantità enorme di fumo uscire dal forno. Ho sgranato gli occhi e calcolato che non potevo aver bruciato la corona perché l'avevo infornata da due minuti al massimo. Nel dubbio ho spento il forno e tirato fuori la teglia. All'improvviso ho avuto ben chiaro che cos'era successo: doveva essere rimasta un po' di cera del galbanino attaccata sotto alla teglia e quella briciola di cera aveva causato tutto quel casino. A quel punto ho cotto la corona nel forno a legna, ma quando l'ho tirata fuori puzzava ancora di cera. Morale della favola? Non l'abbiamo potuta mangiare, peccato perché oltretutto era anche venuta bene.

A pranzo eravamo in quindici, quindici comprese le due new entries dell'anno: la Giulia e la Maddy. Per colpa dei loro pianti, delle loro cacche, dei loro sonni, abbiamo fatto un pranzo in tre tempi, finendo davvero tardi. Quei tortellini fatti da noi donne di casa tutte insieme erano squisiti, qualcosa di incredibile. Per farli c'è voluta tanta, ma taaaanta pazienza, però ne valeva la pena. Erano deliziosi, pieni a più non posso!
Sto ancora rotolando dopo tutte le fette di torta di Pasqua mangiate, dopo tutto il cioccolato.
Per fortuna le previsioni meteo non c'hanno azzeccato e il tempo è stato bello, a parte una leggera pioggia all'ora di pranzo, anche Pasquetta è stata soleggiata, sono andata anche al mare, ma di questo parlerò nella prossima puntata.
