Venerdì ho vendemmiato per nove ore, siamo arrivati che era buio e siamo ripartiti che il sole era tramontato. Eravamo proprio tutti assopiti all'ombra dell'ultimo sole (ormai De Andrè è diventato la colonna sonora per eccellenza tra le filare dell'uva). Come se non bastasse poi venerdì sera avevo un compleanno, una festa a sorpresa per i cinquant'anni di mia zia, così in men che non si dica sono passata da scarponi interrati a scarpe col tacco.
Ovviamente siamo stati gli ultimi ad arrivare in quella pizzeria, ma eravamo giustificati: siamo i più lontani. La Giulia ha intrattenuto parenti e conoscenti con risate e chiacchiere che capisce solo lei, solo i bimbi piccoli dormono sempre e lei ormai è una bimba grande e mica dorme alle dieci di sera, no, lei gioca fino a mezzanotte minimo.
Dopo mesi ho rivisto mia cugina, una cugina con cui non sono mai andata tanto d'accordo, lei è al terzo anno di fisica, è molto brava, ma non ha nessuna borsa di studio perché i suoi genitori hanno entrambi uno stipendio fisso. Mio cugino invece lo vedo molto più spesso e mi piace da matti, è un ruspante venticinquenne che coltiva l'orto ed è perennemente fidanzato. Non può stare da solo evidentemente. Un po' di mesi fa la sua ex ragazza l'ha lasciato, stavano insieme da cinque anni, lui lì per lì c'è stato davvero male, ma tempo qualche settimana stava già con un'altra. Alessio dice che è normale così, alludendo a me che invece rimugino sulle cose un po' troppo.
Queste cene tra parenti non sarebbero nemmeno male se poi non arrivasse la solita nonna di qualcuno a dirmi: E tu il fidanzato? Non ce lo vuoi proprio far vedere, eh? Sarà bello bello bello oppure brutto brutto brutto...Sì. Bene. Hai ragione, è così brutto che lo tengo chiuso in casa. Per fortuna è intervenuta mia zia dicendo che io voglio scegliere, che mica mi accontento di uno qualunque. Ormai sono abituata a discussioni sul mio presunto fidanzato che chissà dov'è, ormai da un orecchio mi entrano e dall'altro mi escono, anche se... Anche se. E comunque se ce l'avessi un ragazzo non lo catapulterei immediatamente in mezzo a tutti quei parenti.
Mia zia, cinquant'anni. Meritavano di essere festeggiati, perché una decina di anni fa non era poi così scontato che ci arrivasse, io ero così piccola che non capivo quanto fosse grave la sua malattia, ma ora lo so. So che è stata fortunata. Ci pensavo venerdì sera, mentre facevo le foto e sbadigliavo di nascosto. Lei è un esempio di donna che ce l'ha fatta, è in quelle percentuali di persone guarite dal cancro, per caso. Ho in casa entrambi gli esempi, di chi è guarita e festeggia i cinquant'anni e di chi non ce l'ha fatta e non è arrivata nemmeno ai quaranta. È la vita, no? Pare di sì.
Ovviamente siamo stati gli ultimi ad arrivare in quella pizzeria, ma eravamo giustificati: siamo i più lontani. La Giulia ha intrattenuto parenti e conoscenti con risate e chiacchiere che capisce solo lei, solo i bimbi piccoli dormono sempre e lei ormai è una bimba grande e mica dorme alle dieci di sera, no, lei gioca fino a mezzanotte minimo.
Dopo mesi ho rivisto mia cugina, una cugina con cui non sono mai andata tanto d'accordo, lei è al terzo anno di fisica, è molto brava, ma non ha nessuna borsa di studio perché i suoi genitori hanno entrambi uno stipendio fisso. Mio cugino invece lo vedo molto più spesso e mi piace da matti, è un ruspante venticinquenne che coltiva l'orto ed è perennemente fidanzato. Non può stare da solo evidentemente. Un po' di mesi fa la sua ex ragazza l'ha lasciato, stavano insieme da cinque anni, lui lì per lì c'è stato davvero male, ma tempo qualche settimana stava già con un'altra. Alessio dice che è normale così, alludendo a me che invece rimugino sulle cose un po' troppo.
Queste cene tra parenti non sarebbero nemmeno male se poi non arrivasse la solita nonna di qualcuno a dirmi: E tu il fidanzato? Non ce lo vuoi proprio far vedere, eh? Sarà bello bello bello oppure brutto brutto brutto...Sì. Bene. Hai ragione, è così brutto che lo tengo chiuso in casa. Per fortuna è intervenuta mia zia dicendo che io voglio scegliere, che mica mi accontento di uno qualunque. Ormai sono abituata a discussioni sul mio presunto fidanzato che chissà dov'è, ormai da un orecchio mi entrano e dall'altro mi escono, anche se... Anche se. E comunque se ce l'avessi un ragazzo non lo catapulterei immediatamente in mezzo a tutti quei parenti.
Mia zia, cinquant'anni. Meritavano di essere festeggiati, perché una decina di anni fa non era poi così scontato che ci arrivasse, io ero così piccola che non capivo quanto fosse grave la sua malattia, ma ora lo so. So che è stata fortunata. Ci pensavo venerdì sera, mentre facevo le foto e sbadigliavo di nascosto. Lei è un esempio di donna che ce l'ha fatta, è in quelle percentuali di persone guarite dal cancro, per caso. Ho in casa entrambi gli esempi, di chi è guarita e festeggia i cinquant'anni e di chi non ce l'ha fatta e non è arrivata nemmeno ai quaranta. È la vita, no? Pare di sì.