Da febbraio mi aspettavo soprattutto due cose:
1) la neve;
2) un governo (di mio gradimento).
C'è bisogno di dire che non ho avuto né l'una né l'altro?
Oh, certo, si è dimesso il Papa. Personalmente non ne sento la mancanza e poi tempo due settimane e al posto di Ratzinger ci sarà un suo degno successore. Al Vaticano hanno una legge elettorale migliore di quella italiana.
Oh, certo, c'è stato Sanremo. Bello Sanremo quest'anno, davvero.
Sono caduti anche i meteoriti sulla Terra a febbraio.
Insomma, io avevo chiesto due cose normali a questo febbraietto e invece niente, mi ha portato solo cose strane, nemmeno richieste.
E quindi ecco marzo. Marzo pazzerello, c'è il sole ma porta l'ombrello.
Marzo con San Giuseppe, con la festa del babbo e con quei fiorellini rosa che riempono i miei prati.
Marzo delle giornate che si allungano e tu puoi passeggiare anche alle sei.
Marzo con la neve stupida, tutta acquosa, inutile. Si sa che la neve marzolina dura dalla sera alla mattina.
Marzo che profuma di primavera, di fiori, di rinascita, di sole.
Giornate da vivere senza giacchetti, giornate in cui poter uscire solo con una felpa.
«Un buon mese, marzo, con febbraio che vola via dalla porta sul retro e la primavera che aspetta a quella principale. Un buon mese per un cambiamento».
da Chocolat, Joanne Harris
Ieri ad esempio è stata una bellissima prima domenica di marzo.
C'era un sole pieno, un caldo strano a cui non eravamo più abituati. Così siamo stati fuori, seduti su una panchina al sole. Al calduccio. La Silvietta con una bellissima treccia, Lorenzo con le stampelle e il suo piede violaceo, Matteo che saltellava e mi sbaciucchiava, la Maddy che dormiva e faceva mille smorfie, la Giulia che invece guardando il palo della luce esclamava tutta la sua meraviglia: beeeeee. Bello. È tutto un beeeee in questo periodo. Tutto bello. Come lei, come noi che siamo una di quelle famiglie che forse non esistono più. Una di quelle famiglie numerose, piene zeppe di storie, di risate, di momenti brutti. Una famiglia che a volte mi fa sbuffare e dire: cavolo, perché proprio a me? A volte l'amore di una famiglia può sembrare opprimente, poi però passa. E resta solo l'amore. Mio zio ha fatto da padrino al mio babbo per la sua cresima; il mio babbo ha battezzato Matteo (il figlio del figlio di quello zio); io, quando i genitori di Matteo si sono sposati, ero piccina e facevo la pagetta. È tutto un intreccio insomma, un vortice di amore e di cose in comune che a volte sì, mi fanno mancare l'aria. Ma solo a volte. Per il resto è bello sapere che esiste qualcuno che mi conosce fin da quando ero piccola così, qualcuno che si ricorda i miei pianti per lavare i capelli, qualcuno che mi chiama ancora mezzo dispetto, qualcuno che mi ha visto spegnere le candeline ogni anno e che ogni anno c'è stato, semplicemente, ogni giorno. Nei momenti più belli e nei momenti più brutti. Una famiglia è questo, no? Un porto sicuro in cui tornare, che anche se litighi e urli, anche se ti chiudi in camera e piangi, lo sai che ti vogliono bene.
Dopo un'ora passata sulla panchina al sole abbiamo fatto due passaggi a pallavolo, con un pallone rosa sgonfio. A marzo i palloni sono sempre sgonfi. Li metti via ad agosto che rimbalzano che è una bellezza e li ritiri fuori a primavera che se fai bagher una volta le braccia diventano rosse all'istante.
Quando ancora fuori c'era un bel sole Matteo ci ha abbandonato perché aveva assolutamente voglia di vedere Il re leone. Dopo un po' siamo rientrati tutti in casa, mi sono seduta accanto al mio cuginetto quasi dodicenne, che quando è comparso Scar mi ha detto: Lo sai che Scar si chiama Scar perché ha una cicatrice e in inglese cicatrice si dice scar? No, non lo sapevo. Certo che è cattivo eh, amico delle iene... - momento di silenzio - ...peggio di Grillo! Mi sono girata con una faccia sorpresa verso di lui, non l'avevo mai sentito parlare di politica prima. Ha iniziato a ridere a più non posso e tutti noi con lui. Bhè - mi ha detto - non ho sentito altro in questi giorni! Sono un politico anch'io.
Ho deciso: a settembre (o ad aprile) lo voto, il mio Matteo. Ma che bello che è!
Potenzialmente potrei aspettarmi ancora da marzo le stesse due cose che mi aspettavo a febbraio, ma:
1) la neve di marzo è brutta;
2) a un governo di mio gradimento non ci credo più a questo punto.
Certo è che avremo un nuovo Papa e un Grillo straparlante.
E magari scopriremo nuovi Scar, proprio lì dove pensavamo fossero tanti Simba.
1) la neve;
2) un governo (di mio gradimento).
C'è bisogno di dire che non ho avuto né l'una né l'altro?
Oh, certo, si è dimesso il Papa. Personalmente non ne sento la mancanza e poi tempo due settimane e al posto di Ratzinger ci sarà un suo degno successore. Al Vaticano hanno una legge elettorale migliore di quella italiana.
Oh, certo, c'è stato Sanremo. Bello Sanremo quest'anno, davvero.
Sono caduti anche i meteoriti sulla Terra a febbraio.
Insomma, io avevo chiesto due cose normali a questo febbraietto e invece niente, mi ha portato solo cose strane, nemmeno richieste.
E quindi ecco marzo. Marzo pazzerello, c'è il sole ma porta l'ombrello.
Marzo con San Giuseppe, con la festa del babbo e con quei fiorellini rosa che riempono i miei prati.
Marzo delle giornate che si allungano e tu puoi passeggiare anche alle sei.
Marzo con la neve stupida, tutta acquosa, inutile. Si sa che la neve marzolina dura dalla sera alla mattina.
Marzo che profuma di primavera, di fiori, di rinascita, di sole.
Giornate da vivere senza giacchetti, giornate in cui poter uscire solo con una felpa.
«Un buon mese, marzo, con febbraio che vola via dalla porta sul retro e la primavera che aspetta a quella principale. Un buon mese per un cambiamento».
da Chocolat, Joanne Harris
C'era un sole pieno, un caldo strano a cui non eravamo più abituati. Così siamo stati fuori, seduti su una panchina al sole. Al calduccio. La Silvietta con una bellissima treccia, Lorenzo con le stampelle e il suo piede violaceo, Matteo che saltellava e mi sbaciucchiava, la Maddy che dormiva e faceva mille smorfie, la Giulia che invece guardando il palo della luce esclamava tutta la sua meraviglia: beeeeee. Bello. È tutto un beeeee in questo periodo. Tutto bello. Come lei, come noi che siamo una di quelle famiglie che forse non esistono più. Una di quelle famiglie numerose, piene zeppe di storie, di risate, di momenti brutti. Una famiglia che a volte mi fa sbuffare e dire: cavolo, perché proprio a me? A volte l'amore di una famiglia può sembrare opprimente, poi però passa. E resta solo l'amore. Mio zio ha fatto da padrino al mio babbo per la sua cresima; il mio babbo ha battezzato Matteo (il figlio del figlio di quello zio); io, quando i genitori di Matteo si sono sposati, ero piccina e facevo la pagetta. È tutto un intreccio insomma, un vortice di amore e di cose in comune che a volte sì, mi fanno mancare l'aria. Ma solo a volte. Per il resto è bello sapere che esiste qualcuno che mi conosce fin da quando ero piccola così, qualcuno che si ricorda i miei pianti per lavare i capelli, qualcuno che mi chiama ancora mezzo dispetto, qualcuno che mi ha visto spegnere le candeline ogni anno e che ogni anno c'è stato, semplicemente, ogni giorno. Nei momenti più belli e nei momenti più brutti. Una famiglia è questo, no? Un porto sicuro in cui tornare, che anche se litighi e urli, anche se ti chiudi in camera e piangi, lo sai che ti vogliono bene.

Quando ancora fuori c'era un bel sole Matteo ci ha abbandonato perché aveva assolutamente voglia di vedere Il re leone. Dopo un po' siamo rientrati tutti in casa, mi sono seduta accanto al mio cuginetto quasi dodicenne, che quando è comparso Scar mi ha detto: Lo sai che Scar si chiama Scar perché ha una cicatrice e in inglese cicatrice si dice scar? No, non lo sapevo. Certo che è cattivo eh, amico delle iene... - momento di silenzio - ...peggio di Grillo! Mi sono girata con una faccia sorpresa verso di lui, non l'avevo mai sentito parlare di politica prima. Ha iniziato a ridere a più non posso e tutti noi con lui. Bhè - mi ha detto - non ho sentito altro in questi giorni! Sono un politico anch'io.
Ho deciso: a settembre (o ad aprile) lo voto, il mio Matteo. Ma che bello che è!
Potenzialmente potrei aspettarmi ancora da marzo le stesse due cose che mi aspettavo a febbraio, ma:
1) la neve di marzo è brutta;
2) a un governo di mio gradimento non ci credo più a questo punto.
Certo è che avremo un nuovo Papa e un Grillo straparlante.
E magari scopriremo nuovi Scar, proprio lì dove pensavamo fossero tanti Simba.