Scrivere diari è bello, tornarli a leggere no. A volte quando sfoglio quelle pagine mi verrebbe proprio voglia di bruciare tutto, per cancellare ogni prova di quella mia stupidità. Ma che razza di cose scrivevo? Ma che razza di sentimenti avevo?
Ma perché lui?
Non faccio altro che dire di R., di quanto sia stato privo di spina dorsale con la B., non faccio altro che dire che quando ami devi prima amare te stesso e non calpestare mai quello che sei, non faccio altro che dire che alla mia dignità non ci rinuncerò per nessuno al mondo. Ma se l'avessi già fatto? Se fossi già andata oltre quella soglia di rispetto per me stessa senza nemmeno accorgermene?
A rileggere quei diari direi proprio di averlo già ampliamente superato quel limite. Quel punto di non ritorno. Non gli piacevo. Punto. Era così chiaro. Perché mi ci sono fasciata la testa ancora per tanto tempo? Perché ho continuato a pensare a lui anche quando avevo i miei occhi dentro il più bel paio di occhi verdi che ho visto? Perché?
Credo di aver proprio toccato il fondo con lui.
Mai più starò così per un uomo, giuro.
Se lo avessi visto sabato sera per la prima volta avrei pensato cose brutte di lui. Ma che vuoi aspettarti da uno che quando esce il 69 a tombola si mette a fare battute? A rileggere quello che scrivevo non solo mi aspettavo tanto, mi aspettavo proprio tutto. Ed è così sbagliato mettersi nelle mani di qualcuno e fargli capire che qualunque cosa dirà, farà e penserà tu ci sarai. Questo è annullarsi. E io temo proprio di averlo fatto. E da qualche mese non sono più nemmeno sicura di essermi almeno annullata per uno per cui valeva la pena.
Se lui è da solo è una persona che potenzialmente sì, potrebbe ancora piacermi. Se tu lo becchi in mezzo alla gente allora è il cretino numero uno. Non avrebbe mai fatto quelle battute sul 69 se non ci fossero state persone pronte a ridere. Ma perché, facevano ridere? Noi, giù in fondo al salone, che stavamo "lavorando" per la tombola, non abbiamo mica riso. Mia Martini docet: se l'uomo in gruppo è più cattivo, quando è solo ha più paura. Quanto è vero.
Sabato sera c'era anche lei, la sua ragazza. Morivo dalla voglia di vederla, incredibile, vero?
Non posso dire di non averla guardata, durante la tombolata, mentre la Cami estraeva i numeri e io e la Vale li passavamo all'Alessia che li attaccava al cartellone sul muro. Non l'avevo mai davvero vista prima. Ero curiosa, curiosa di sapere com'era fatta. È una normalissima. Niente cosce di fuori, niente occhi chiari, niente fisico perfetto. È una ragazza qualunque, almeno da fuori. Dentro non lo so. Le ho fatto i raggi X, diciamolo pure tranquillamente. Ok che non me ne frega più niente di lui, però ero comunque curiosa di scoprire che cos'avesse di speciale questa tipa, perché deve avercelo qualcosa di speciale, se lei è la prima ragazza che lui presenta ufficialmente come tale. Dev'essere qualcosa in più della migliore amica della ragazza del migliore amico di lui. Un quartetto perfetto per uscite, concerti e vacanze. Da fuori mi è sembrata una ragazza normalissima, ma non c'ho parlato, ho solo notato lo smalto nero e un cellulare ultimo modello con una cover dalmata con cui stava filmando qualsiasi cosa. In particolare il suo ragazzo vestito da befana.
Ma perché lui?
Non faccio altro che dire di R., di quanto sia stato privo di spina dorsale con la B., non faccio altro che dire che quando ami devi prima amare te stesso e non calpestare mai quello che sei, non faccio altro che dire che alla mia dignità non ci rinuncerò per nessuno al mondo. Ma se l'avessi già fatto? Se fossi già andata oltre quella soglia di rispetto per me stessa senza nemmeno accorgermene?
A rileggere quei diari direi proprio di averlo già ampliamente superato quel limite. Quel punto di non ritorno. Non gli piacevo. Punto. Era così chiaro. Perché mi ci sono fasciata la testa ancora per tanto tempo? Perché ho continuato a pensare a lui anche quando avevo i miei occhi dentro il più bel paio di occhi verdi che ho visto? Perché?
Credo di aver proprio toccato il fondo con lui.
Mai più starò così per un uomo, giuro.
Se lo avessi visto sabato sera per la prima volta avrei pensato cose brutte di lui. Ma che vuoi aspettarti da uno che quando esce il 69 a tombola si mette a fare battute? A rileggere quello che scrivevo non solo mi aspettavo tanto, mi aspettavo proprio tutto. Ed è così sbagliato mettersi nelle mani di qualcuno e fargli capire che qualunque cosa dirà, farà e penserà tu ci sarai. Questo è annullarsi. E io temo proprio di averlo fatto. E da qualche mese non sono più nemmeno sicura di essermi almeno annullata per uno per cui valeva la pena.
Se lui è da solo è una persona che potenzialmente sì, potrebbe ancora piacermi. Se tu lo becchi in mezzo alla gente allora è il cretino numero uno. Non avrebbe mai fatto quelle battute sul 69 se non ci fossero state persone pronte a ridere. Ma perché, facevano ridere? Noi, giù in fondo al salone, che stavamo "lavorando" per la tombola, non abbiamo mica riso. Mia Martini docet: se l'uomo in gruppo è più cattivo, quando è solo ha più paura. Quanto è vero.

Non posso dire di non averla guardata, durante la tombolata, mentre la Cami estraeva i numeri e io e la Vale li passavamo all'Alessia che li attaccava al cartellone sul muro. Non l'avevo mai davvero vista prima. Ero curiosa, curiosa di sapere com'era fatta. È una normalissima. Niente cosce di fuori, niente occhi chiari, niente fisico perfetto. È una ragazza qualunque, almeno da fuori. Dentro non lo so. Le ho fatto i raggi X, diciamolo pure tranquillamente. Ok che non me ne frega più niente di lui, però ero comunque curiosa di scoprire che cos'avesse di speciale questa tipa, perché deve avercelo qualcosa di speciale, se lei è la prima ragazza che lui presenta ufficialmente come tale. Dev'essere qualcosa in più della migliore amica della ragazza del migliore amico di lui. Un quartetto perfetto per uscite, concerti e vacanze. Da fuori mi è sembrata una ragazza normalissima, ma non c'ho parlato, ho solo notato lo smalto nero e un cellulare ultimo modello con una cover dalmata con cui stava filmando qualsiasi cosa. In particolare il suo ragazzo vestito da befana.
Seduta accanto a me c'era la Giulia, una ragazza con cui ultimamente mi trovo spesso a parlare. So che lui le piaceva, forse le piace ancora. L'Alessia guardava quei due in fondo al salone dicendo che lui è uno stupido e non capisce niente. Io sorridevo dentro di me, pensando che forse forse, anche se ha solo quattordici anni, lei è quella che c'ha visto meglio di tutte, meglio di me e della Giulia soprattutto.
Pensavo che quella storia della sofferenza che se condivisa è una sofferenza a metà fosse una cavolata, invece no, non lo è. Accanto alla Giulia sapevo che lei poteva capire che cosa mi era tanto piaciuto di quello stupido che non capisce niente. E sapevo che lei stava guardando nella mia stessa direzione. Pensando che forse quella lì non aveva niente più di lei, pensando che lui si era perso per strada qualcosa che poteva essere altrettanto bello o importante.
Sono contenta che lui si sia fidanzato, sono contenta di aver visto che lei è una nella media, come me, come la Giulia. E sono contenta che sia finita così l'agonia del nostro rapporto, che era un rapporto senza senso. E non ci saranno più doppi sensi o provocazioni o carezze e baci. Niente più. Sono contenta soprattutto che questa ragazza sia arrivata adesso, perché solo un anno fa avrei tirato fuori i fazzoletti per asciugarmi le lacrime che sarebbero scese e invece da due giorni i fazzoletti li consumo solo perché ho un enorme raffreddore. Solo per un raffreddore.
Non posso dire di essere rimasta indifferente quando ho visto lei che l'abbracciava, ma c'era la Giulia con me e sapevo che, anche senza dircelo, eravamo solidali l'una con l'altra.
Ok. Credo di esserne completamente fuori. E non ne ero così sicura fino a qualche mese fa, quando è tornato a vivere qui. Adesso sì, lo so. E penso sinceramente di non mentire a me stessa quando dico che non ci penso più, perché è vero: non ci penso più.
Sono guarita.
Forse grazie anche a quella ragazza con lo smalto nero e un cellulare dalmata, che finalmente è arrivata mettendo in chiaro le cose.
p.s. Non credo di essere ancora arrivata al punto di condividere le osservazioni dell'Alessia comunque. Stupido lo è solo quando vuole esserlo.
Ok. Credo di esserne completamente fuori. E non ne ero così sicura fino a qualche mese fa, quando è tornato a vivere qui. Adesso sì, lo so. E penso sinceramente di non mentire a me stessa quando dico che non ci penso più, perché è vero: non ci penso più.
Sono guarita.
Forse grazie anche a quella ragazza con lo smalto nero e un cellulare dalmata, che finalmente è arrivata mettendo in chiaro le cose.
p.s. Non credo di essere ancora arrivata al punto di condividere le osservazioni dell'Alessia comunque. Stupido lo è solo quando vuole esserlo.
Chiamami solo se hai tempo,
di fretta non ne ho più bisogno.
Amami (quando è il momento), Cesare Cremonini